Come fa il cavallo a dormire in piedi?

08.09.2022

Il sonno è un elemento importantissimo della vita di un cavallo ed ha tempi e modi molto specifici.

Il cavallo durante la giornata va in sonnolenza per circa 2 ore e dorme per un tempo che va dalle 3 alle 5 ore. Il sonno può essere di due tipi: SWS (Slow Wave Sleep) o REM (Rapid Eye Moviment). Nel primo caso il cavallo è in un sonno leggero, gli occhi possono essere leggermente aperti e il labbro inferiore penzolante, ma i muscoli non sono completamente rilassati. Questa fase è caratterizzata da una scarsa attività celebrale e quindi viene anche soprannominata "sonno del cervello". Nella fase REM invece il sonno è molto più pesante e il cervello ha un'attività più sostenuta: in questa fase si verificano i sogni. Nello stesso momento i muscoli sono completamente rilassati e quindi questa fase prende il nome di "sonno del corpo".

La fase SWS è la più frequente nel cavallo, poiché, essendo un animale predato, in natura deve rimanere il più vigile possibile e non può permettersi di cadere in sonni lunghi e profondi. Per tale motivo durante questa fase il cavallo può rimanere anche in piedi, rendendo questo animale, insieme a tutta la famiglia degli Equidi, unico nella capacità di dormire in piedi. Ciò è possibile grazie ad un particolare apparato che permette, attraverso particolari legamenti, di bloccare gli arti anteriori sostituendo il lavoro muscolare di sostentamento del corpo: questi agiscono come una sorta di lacci che uniscono tra di loro le articolazioni degli arti per sostenere il corpo contro la forza di gravità. La peculiarità di questo meccanismo è che si tratta di un lavoro passivo che non richiede alcun tipo di riposo, al contrario del lavoro muscolare. Per quanto riguarda gli arti posteriori, questi si bloccano uno alla volta e quindi il peso del corpo viene interamente sostenuto da un arto per volta. Questo meccanismo però è diverso da quello impiegato dagli arti anteriori: i muscoli continuano a lavorare, anche se leggermente, e per questo il cavallo cambia gamba di appoggio di continuo, dopo pochi minuti di stasi.

Quando l'arto è in piena estensione, la rotula sale verso la sommità della troclea mediale e cade in una fossetta formata dall'estremità prossimale bulbosa della troclea stessa e dalla diafisi del femore. La misura in cui la rotula scivola nella fossetta è probabilmente correlata alla conformazione ed allo spessore del cuscinetto adiposo situato a questo livello. Questo blocco della rotula consente al cavallo di mettere in atto il proprio meccanismo di stazione passiva e riposarsi sugli arti posteriori. Quando l'animale flette il ginocchio, il muscolo quadricipite si contrae per sollevare la rotula portan- dola fuori dalla fossetta trocleare mediale e poi si rilassa per consentirle di scivolare verso il basso in direzione dei margini trocleari. Qualsiasi interferenza con questo processo può por- tare ad un blocco rotuleo parziale o completo.

Per quanto riguarda il collo, durante questa fase di riposo, viene mantenuto parallelo al terreno e sostenuto dal legamento nucale.

Durante la fase REM e a volte anche durante la fase SWS il cavallo può coricarsi a terra. Per la maggior parte del tempo è appoggiato allo sterno, mentre si distende su un lato al massimo per 15-20 minuti per volta perché, data la sua grande mole, rimanere a lungo in questa posizione può interferire con la circolazione sanguigna. Dormire coricandosi a terra è importante perché solo in questo modo riesce a riposare tutto il corpo ma, in generale, è una posizione che il cavallo assume per tempi brevi perché in natura si rivelerebbe pericolosa per gli attacchi dei predatori.